Le premiazioni del Carver a Lucca sabato 11 novembre

 

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Il Carver a Lucca sabato 11 novembre

Sabato 11 novembre alle ore 15 a Lucca presso l’auditorium del centro culturale Agorà in pieno centro storico (Piazza dei Servi – via delle trombe 6), si terrà la cerimonia di premiazione del Contropremio letterario Carver nato a Roma nel 2003 e giunto alla quindicesima edizione.

Nella narrativa i finalisti dell’edizione 2017 sono i libri: “La quarta estate” di Paolo Casadio (Piemme); “Amori regalati” di Olimpio Talarico (Aliberti); “La disertora” di Barbara Beneforti (Iacobelli); “La dodicesima nota” di Lev Matvej Loewenthal (Carteggi Letterari); “E pensare che c’entravamo tutti” di Giancarlo Marino (Homo Scrivens); “Il giorno dell’assoluzione” di Annalisa Venditti (dei Merangoli).

Per la saggistica in finale sono arrivati: “Il confine umano vite in cerca di pace” di Patrizia Angelozzi in collaborazione con  Consorzio Matrix (Ianieri); “Rose de Freycìnet. Una viaggiatrice clandestina a bordo dell’Uranìe negli anni 1817-1820” a cura di Federico Motta (Il Frangente); “La committenza Medicea nel Rinascimento. Opere, architetti, orientamenti linguistici” di Maria Vitiello (Gangemi); “Italiano urgente. 500 anglicismi tradotti in italiano sul modello dello spagnolo” di Gabriele Valle (Reverdito); “Meglio di niente. Le fondamenta della civiltà europea” di Danilo Breschi (Pagliai); “Regressione suicida dell’abbandono disperato di Emil Cioran e Manlio Sgalambro” di Salvatore Massimo (Bonfirrano).

Infine per la poesia in finale: “Poesie del taschino” di Giovanni Cavazzuti (Pellegrini); “Il cielo di scorta e altre offerte della settimana” di Anna Martinenghi (Linee infinite); “Modalità silenziosa” di Emma Pretti (Genesi); “Fiori di luce” di Walter Viaggi (La ruota); “R:existance” di Edoardo Olmi (Ensemble); “Pietre e amarene” di Chiara Nobilia (Giovane Holden).

Durante l’evento verranno consegnati i contratti di edizione e libri omaggio ai vincitori del premio Prospektiva giunto alla sua terza edizione. A vincere l’edizione 2017 sono il manoscritto “Cinque tulipani” di Nicola Rinaldo (di Verona) e il testo “Alla gatta morta” di Ugo Criste proveniente da Genova.
Entrambi i libri – che saranno pubblicati nel corso del 2018 con Tralerighe libri  – raccontano, partendo da vicende realmente accadute, la storia del periodo 1943-1945. Uomini e donne protagonisti della lotta di Liberazione con e senza armi.

www.prospektiva.it

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Sabato 11 novembre a Lucca la premiazione della quindicesima edizione del Contropremio letterario Carver 2017

Il Contropremio letterario Carver nato a Roma nel 2003 e giunto alla quindicesima edizione, ha deciso di scegliere Lucca come luogo per la cerimonia di premiazione dell’edizione 2017. L’evento si terrà sabato 11 novembre a partire dalle ore 15 presso l’auditorium del centro culturale Agorà in pieno centro storico (Piazza dei Servi – via delle trombe 6).

Considerato il premio letterario indipendente migliore d’Italia con i quasi 7000 libri letti ed esaminati, il Carver porterà nella città Toscana i finalisti delle sezioni narrativa, poesia e saggistica. E come accade ormai da 15 anni Andrea Giannasi presenterà con gli autori i libri ricordando sono questi ad essere premiati e non i nomi sulle copertine o i marchi editoriali. In primo piano la lettura e la ricerca di nuove storie, forme, stili.

Sono diciotto titoli in finale con autori provenienti da tutta la penisola. Le scrittrici e gli scrittori arrivano da tutta Italia: Roma, La Spezia, Vercelli, Pistoia, Ravenna, Napoli, Crotone, Bergamo, Chieti, Firenze, Catania, Trento e molte altre città ancora. Ad organizzare l’evento è Prospektiva, piattaforma letteraria (www.prospektiva.it), in collaborazione con Prospettiva, Tralerighe libri e l’associazione Historica Lucense.

Nella narrativa i finalisti dell’edizione 2017 sono i libri: “La quarta estate” di Paolo Casadio (Piemme); “Amori regalati” di Olimpio Talarico (Aliberti); “La disertora” di Barbara Beneforti (Iacobelli); “La dodicesima nota” di Lev Matvej Loewenthal (Carteggi Letterari); “E pensare che c’entravamo tutti” di Giancarlo Marino (Homo Scrivens); “Il giorno dell’assoluzione” di Annalisa Venditti (dei Merangoli).

Per la saggistica in finale sono arrivati: “Il confine umano vite in cerca di pace” di Patrizia Angelozzi in collaborazione con  Consorzio Matrix (Ianieri); “Rose de Freycìnet. Una viaggiatrice clandestina a bordo dell’Uranìe negli anni 1817-1820” a cura di Federico Motta (Il Frangente); “La committenza Medicea nel Rinascimento. Opere, architetti, orientamenti linguistici” di Maria Vitiello (Gangemi); “Italiano urgente. 500 anglicismi tradotti in italiano sul modello dello spagnolo” di Gabriele Valle (Reverdito); “Meglio di niente. Le fondamenta della civiltà europea” di Danilo Breschi (Pagliai); “Regressione suicida dell’abbandono disperato di Emil Cioran e Manlio Sgalambro” di Salvatore Massimo (Bonfirrano).

Infine per la poesia in finale: “Poesie del taschino” di Giovanni Cavazzuti (Pellegrini); “Il cielo di scorta e altre offerte della settimana” di Anna Martinenghi (Linee infinite); “Modalità silenziosa” di Emma Pretti (Genesi); “Fiori di luce” di Walter Viaggi (La ruota); “R:existance” di Edoardo Olmi (Ensemble); “Pietre e amarene” di Chiara Nobilia (Giovane Holden).

I finalisti del Carver: contropremio letterario edizione 2017

I finalisti del Carver: contropremio letterario edizione 2017

Non è facile leggere oggi in questo paese, dove tutti scrivono, prendono posizione, dibattono e mettono like o complimenti a denti stretti. Non è facile leggere e attendere il silenzio dei passi, il battere e il levare, il fruscio di una tentazione.

Non è facile leggere, dicevamo, e oltremodo appare ancora più difficile porre un giudizio, dare un voto. Il Contropremio Carver dopo quindici anni di indipendentismo  sciagurato – avremmo potuto ben venderci a qualche mercante di perline colorate ai “tempi d’oro” – continua a porsi sempre la stessa domanda. Sulla fallibilità del giudizio di un lettore. Del resto ognuno ha la propria esperienza, il proprio bagaglio e il proprio zaino sulle spalle. E ogni libro letto rimane come un macigno ad arginare le paure e il vuoto. Ecco per noi del Carver i libri sono come mattoni di una diga che custodisce milioni di metri cubi di acqua. Non sono utili, ma essenziali per l’esistenza dei pesci gatto.

Ma questa è un’altra storia.

Dicevamo il Carver (due punti): contropremio letterario, è giunto alla sua quindicesima edizione e presenta i libri finalisti delle sezioni narrativa, saggistica e poesia. Con la poesia ultima perché siamo di quelli che considerano questa forma di arte letteraria, come un’arma molto pericolosa da armeggiare.

La giuria coordinata da Andrea Giannasi lunedì 25 settembre ha decretato quanto segue (per dare anche ufficialità alla nota).

Nella narrativa i finalisti sono i libri (perché al Carver sono i libri ad essere premiati e non i nomi degli autori o i nomi degli editori), i libri e solo quelli che sono testimoni e rimarranno come macigni agli atti.

“La quarta estate” di Paolo Casadio (Piemme); “Amori regalati” di Olimpio Talarico (Aliberti); “La disertora” di Barbara Beneforti (Iacobelli); “La dodicesima nota” di Lev Matvej Loewenthal (Carteggi Letterari); “E pensare che c’entravamo tutti” di Giancarlo Marino (Homo Scrivens); “Il giorno dell’assoluzione” di Annalisa Venditti (dei Merangoli).

Cosa dire. Abbiamo voluto premiare le storie e la storia. Sì perché tutti i libri sono intrecciati come tele ad un termitaio di vicende, intessuto con la tenacia di chi vuole prendere per mano, a momenti quasi strattonandolo, il lettore per portarlo non in un altro mondo, ma nell’impronta che ognuno di noi lascia sulla sabbia. Impronta fedelmente identica a quella di una sconosciuta che non è solamente metafora dei nostri percorsi onirici. La storia, questa sconosciuta, che torna ad essere prepotentemente presente tra le dita del caporale Gutiérrez, di Martha Sventlaska e la Roma degenerata, del brigadiere Lozzi Anchise replicato “macellaio messicano”, del medico pediatra Andrea Dalvina Zanardelli e della scheggia e delle ruote nei conventi, Tomaso Chiarello e Caccuri come Berlino o Buenos Aires, Nadim e lo spartito di Asche.

Sono 1219 le pagine della sezione narrativa della quindicesima edizione del Contropremio Carver.

La giuria per la saggistica ha utilizzato lo strumento della domanda. Cercando di trovare le coordinate per comprendere chi siamo e dove vogliamo andare. Ma per farlo dobbiamo tornare a capire quale lingua usare; quali strumenti e quali linguaggi utilizzare per “costruire” bellezza; quali travestimenti indossare per intraprendere il “viaggio clandestino” alla scoperta dell’ignoto; quali fondamenta scavare e indagare per svelare le radici della civiltà europea; quali mettere a nudo per liberare la nostra stupidità regredendo nel concetto di suicidio come assenza e nulla intraducibile; e infine quali esempi dalle vite oltre gli odori del limes.

In finale sono arrivati: “Il confine umano vite in cerca di pace” di Patrizia Angelozzi in collaborazione con  Consorzio Matrix (Ianieri); “Rose de Freycìnet. Una viaggiatrice clandestina a bordo dell’Uranìe negli anni 1817-1820” a cura di Federico Motta (Il Frangente); “La committenza Medicea nel Rinascimento. Opere, architetti, orientamenti linguistici” di Maria Vitiello (Gangemi); “Italiano urgente. 500 anglicismi tradotti in italiano sul modello dello spagnolo” di Gabriele Valle (Reverdito); “Meglio di niente. Le fondamenta della civiltà europea” di Danilo Breschi (Pagliai); “Regressione suicida dell’abbandono disperato di Emil Cioran e Manlio Sgalambro” di Salvatore Massimo (Bonfirrano).

Dicevamo che la poesia la vogliamo presentare per ultima. Una cinquina di libri, in questo momento storico, talmente inutile da risultare vitali per le nostre esistenze. Ci riferiamo, ovviamente, al paradosso dell’inutilità dell’aria che non vediamo e non tocchiamo, non sentiamo e non possiamo acquistare o vendere.

La poesia è morta quando una società non riesce a difenderla; la società è morta quando è la poesia a non avere più diritto di cittadinanza.

Da leggere – ma non solo questi – i libri giunti in finale alla quindicesima edizione del Carver: contropremio letterario 2017.

“Poesie del taschino” di Giovanni Cavazzuti (Pellegrini); “Il cielo di scorta e altre offerte della settimana” di Anna Martinenghi (Linee infinite); “Modalità silenziosa” di Emma Pretti (Genesi); “Fiori di luce” di Walter Viaggi (La ruota); “R:existance” di Edoardo Olmi (Ensemble); “Pietre e amarene” di Chiara Nobilia (Giovane Holden).

Riassumendo in finale sono arrivati 18 libri (6 per ciascuna sezione). Gli autori maschi sono 9, mentre le autrici donne sono 8. Un libro è ibrido perché è curato da un uomo ma in realtà è un lavoro sul reportage di una donna. Le autrici e gli autori arrivano da tutta Italia: Firenze, Roma. La Spezia, Vercelli, Pistoia, Ravenna, Napoli, Crotone, Bergamo, Chieti, Catania, Trento. La narrativa offre romanzi ma anche racconti; la poesia ha stili che vanno dal classico all’Haiku.

La premiazione si terrà a ottobre (se tutto va bene) a Lucca.

Buona lettura a tutti.

www.prospektiva.it

Il contropremio Carver 2016 a Cinzia Tani, Patrizia Villani e Luca Lombroso.

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Sono Cinzia Tani, Patrizia Villani e Luca Lombroso i vincitori del Carver 2016.

Si è svolta presso la Cittadella della Musica di Civitavecchia (nell’ambito del festival letterario “Un mare di lettere”) la premiazione del Contropremio Carver 2016 giunto alla sua quattordicesima edizione. L’evento curato dalla rivista letteraria Prospektiva, diretta da Andrea Giannasi, ha visto premiare per la sezione narrativa “Girotondo napoletano” a cura di Cinzia Tani (Homo Scrivens); per la poesia “Sulle tracce dell’America” di Patrizia Villani (Moretti & Vitali); mentre nella sezione saggistica il primo premio è andato a “Ciao fossili” di Luca Lombroso (Artestampa).
Il premio che parrebbe dedicato a Raymond Carver – lo scrittore americano autore anche di “Cattedrale”, quel racconto, che parlava di un salotto e un invito e di un cieco e di un ricordo – in realtà si chiama Carver; e basta.
E la dicitura corretta è Carver, due punti, Contropremio letterario. Perché dal 2003 non vengono premiati i nomi degli autori o delle case editrici, ma i libri.

In finale per la sezione narrativa erano arrivati “La logica del gambero” di Maria Rosaria Selo (Centoautori); “Rosso bastardo” di Ferdinando Pastori (Edizioni clandestine); “Girotondo napoletano” a cura di Cinzia Tani (Homo Scrivens); “Italian Way of Cooking” di Marco Cardone (Acheron); “Anatomia del maschio invisibile” di Claudiléia Lemes Dias (L’Erudita); “Subway” di Rossella Gallucci e Ciro Pinto (Psiconline).

Per la sezione poesia: “Ritorni” di Chiara Gasperini (Robin); “Musica questuante” di Giovanni Granatelli (Aragno); “Soffriggono allegramente i fiaschetti” di Giovanna Nosarti (Manni); “Sulle tracce dell’America” di Patrizia Villani (Moretti & Vitali); “Il destino di un eterno mare” di Candido Meardi (Guardamagna); “Danzas de Amor y Duende” di Gianpaolo G. Mastropasqua (Enkuadres).

Per la saggistica: “Psicologia e Architettura: studio multidisciplinare dell’ambiente” di Silvia Mariana De Marco (Aletti); “Il ponte sette Luci. Biografia di Giuseppe Levi Cavaglione” di Lidia Maggioli e Antonio Mazzoni (Metauro); “La miseria della democrazia ovvero la democrazia della miseria” di Antonella Presutti e Simonetta Tassinari (Pendragon); “Ciao fossili” di Luca Lombroso (Artestampa); “Urla e silenzi. Storia dell’ospedale psichiatrico di Verona 1880-1945” di Gabriele Licciardi (VME); “L’ultimo segreto di Mussolini” di Vincenzo Di Michele (Il Cerchio).

Il bando 2017 lo trovate sul sito http://www.prospektiva.it/index.php/Contropremio_Carver_il_Bando

Ilaria Palomba, Sauro Albisani e Daniela Musini vincono il Contropremio Carver 2015

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E’ una storia di cadute, di talenti sprecati, di ricerca incessante di riconoscimenti, tra ansia e tormenti, il romanzo vincitore della sezione narrativa alla tredicesima edizione del Contropremio Carver. “Homo Homini Virus” di Ilaria Palomba edito da Meridiano Zero.

Racconta la storia di Angelo, che spreca i suoi sogni e professionalità nello spietato mondo del giornalismo, e Iris che cerca redenzione e sacralità nella fraintesa dimensione della body art.

Un romanzo abissale che è cicatrice profonda e che meglio di altri ha saputo raccontare il nostro contemporaneo anelito alla salvezza.

Per la poesia il premio è andato a “Olografie” di Sauro Albisani edito da Passigli. Un lungo viaggio tra studenti raccontati con un linguaggio trasparente e leggero, con fotogrammi sottratti al tempo. Poesie danneggiate che abbandonano percorsi onirici per farsi spigoli di banchi e rotondità, inventando realtà crudeli senza passione, come un reportage nel contemporaneo di una nuova generazione disegnata come nuova vita. Albisani non è una scoperta ma la sua poesia è già oltre lo steccato.
“I 100 piaceri di D’Annunzio” di Daniela Musini (edito da E.Lui) si è aggiudicato la sezione saggistica. Il vate è raccontato tra passioni, fulgori e voluttà in maniera enciclopedica. Ne esce un atlante dannunziano che non è solo ricerca incessante di un piacere leggero, quasi effimero, carnalmente palpabile e annusabile, ma il viaggio in un paese che diventa nazione, patria e che il poeta racconta di corsa.

L’uomo che ha più di ogni altro scritto la storia dei primi trenta anni dell’Italia, diventa a suo modo eroe su aeroplani di tela, tra pagine di libri, nei salotti svenduti di palazzi perduti, tra lenzuola di seta. Amante sublime del bello, D’Annunzio incarna il mito di un paese che si appresta a trascorrere coiti immensi, stati alterati, sconfitte profonde, assurgendo all’essere che il tempo non cancellerà mai.

Eccolo il filo conduttore che ha seguito la giuria del Contropremio Carver 2015, diretta da Andrea Giannasi: “La ricerca della bellezza che è unico momento salvifico delle nostre esistenze. E così Angelo e Iris di Ilaria Palomba sono in realtà gli studenti delle liriche di Sauro Albisani e D’Annunzio colui che spinge al massimo il motore per raggiungere prima la curva, che aprirà nuovi panorami. L’esistenza, veloce e impalpabile, trova unico piacere, unico scopo, nell’anelito del bello che non è solo salvezza, ma assurge al ruolo di risposta alle vite. E così gli studenti sono pietre grezze da scrivere come i corpi che Iris trasforma in arte e D’Annunzio in visione e pulsioni. Premiare libri – conclude Giannasi – è invero un esercizio pericoloso: apre cassetti, spalanca finestre, travolge i portoni facendo irrompere nuovi giannizzeri armati e assetati di un sapere univoco, censorio, banale; sguainando sciabole mozzano parole e rovesciano i tavoli. Albisani, Palomba e Musini devono per questo essere ben custoditi, loro che ci mostrano le vie oltre le curve”.

Appuntamento all’edizione del 2016 – quattordicesima – con nuovi luoghi da scoprire.

Il bando si può trovare qui: http://www.prospektiva.it/bandopremiocarver.htm